Che bello svegliarci e non avere l’Innominato Presidente del Consiglio

13 novembre 2011

 Finalmente se ne andato. Non lo nominiamo per non dargli importanza! Ma il suo fantasma si aggira per i palazzi del potere. Vorrebbe imporre ancora le sue leggi e le sue regole. Per es.  non vorrebbe  la patrimoniale nell’agenda del nuovo governo perché toccherebbe i suoi interessi o vorrebbe mettere un suo uomo a controllare il nuovo governo o spingere per leggi ad personam.

Allora come risaniamo i nostri debiti? Dopo aver rovinato l’Italia e averci esposti alla vergogna internazionale, ancora spera che quel popolo acefalo che lo ha votato sia disponibile ad accettare le sue barzellette.

 

Come abbiamo spesso scritto la responsabilità di tutto quello che è successo è anche di un’opposizione che non è stata e non è in grado di proporsi come alternativa.

C’è da ricostruire tanto, come c’è da prendere seriamente in considerazione che tutto sta cambiando e che questo capitalismo, con le sue regole, non regge più e che sta crollando.

Per ora va bene Monti. Avanti Monti.

Ma caro professore si ricordi che la maggior parte dei sacrifici li devono fare chi ha possibilità maggiori o non ha mai pagato. Non i soliti noti!

Allora sposti le tassazioni dai redditi alle rendite e ai patrimoni.

Faccia una patrimoniale e faccia magari acquistare i titoli di stato (il nostro debito!) con i soldi della patrimoniale  o con quelli portati irregolarmente in Svizzera .

 Inoltre faccia pulizia dei privilegi di questa classe politica che sta dimostrando di non meritare la fiducia degli Italiani.

Infine incentivi le aziende a innovarsi rendendole competitive con idee nuove e puntando sull’ambiente e l’innovazione.

Dobbiamo ripartire da quello che abbiam, ma rivisto e rinnovato.

Allora rideremo delle sorti di alcuni soloni internazionali come Sarkozy. Noi il calice dell’umiliazione lo stiamo bevendo a causa di Berlusconi e della nostra classe politica ma la Francia ha poco da ridere per i suoi conti e per la sua classe politica.

Ad ognuno il suo e al momento giusto.

Ma oggi godiamoci il fatto di svegliarci e non avere l’Innominato presidente del Consiglio.


Non diamo tempo a Berlusconi di raddoppiare la paghetta

9 novembre 2011

 I mercati ci stanno affossando. Non abbiamo più tempo a disposizione per dimostrare che siamo affidabili come paese. 

Fin quando ci sarà Berlusconi e i suoi devoti,  nessuno in Europa e nel mondo si fiderà di noi. 

Saranno inutili manovre, sacrifici, artifizi, magie e altro perché il problema principale è di fiducia e di affidabilità di questa classe politica al governo e purtroppo all’opposizione. 

Ieri sera a sentire i commenti sulle reti televisive da parte dei vari commentatori mandati dai partiti veniva veramente la nausea. Questi parlavano in politichese di lotte politiche, di partiti che si sfasciavano o si ricomponevano, ma non di cose concrete e importanti per il paese. 

Abbiamo una classe politica inaffidabile e che ha perso i contatti con la realtà.   

Ma occorre fare presto e bene. 

Prima di tutto occorre che Berlusconi e i suoi alzino i tacchi e vengano pensionati. 

Come non avere il sospetto che B. cerchi di prendere tempo per ripresentarsi con i numeri per governare?

Farà quello che sempre ha fatto. 

Riaprirà il portafoglio, raddoppierà la paghetta e coopterà altri “irresponsabili” per governare di nuovo. 

Se si verificasse, sarebbe la fine del nostro paese. Saremmo ridotti alla fame! 

 Occorre non dargli tempo per il bene dell’Italia.

 I mercati hanno un unico linguaggio cioè quello di mandarci a fondo se  non hanno fiducia di noi.

Da subito occorre fare quelle riforme importanti e strutturali prelevando i soldi da chi ce l’ha o l’ha portati all’estero. 

 Occorre onorare gli impegni presi, magari rivederne alcuni  con i nostri partner europei, ma mettere le mani nelle tasche di chi può e non ha mai pagato.

Per questo da subito, da lunedì o martedì occorre che il Presidente della Repubblica chiami una figura che sia in grado di parlare ai mercati e che dia fiducia e affidabilità  e che tutti diano l’apporto necessario per salvare questa barca che sta affondando.

Dopo parleremo di mercato e di prospettive. 

Chi ci ripagherà per la vergogna e per l’umiliazione che come paese dobbiamo subire a causa di questo illusionista?

 

 

 


Elettori di B: pretendo scuse per l’umiliazione subita.

4 novembre 2011

 

Siamo al momento dell’umiliazione. Anche dal nostro sito più e più volte abbiamo denunciato il grave deficit di fiducia che questo eroe dell’italietta aveva  nelle menti e nel cuore dei cittadini del mondo.

Questa sfiducia si è oggi concretizzata e materializzata nella riunione del G 20 dove i “grandi della terra” ci hanno affidato e affiancato dei tutori, specie di balie, come se fossimo degli inetti e inaffidabili.

 In realtà questa è l’immagine che diamo al mondo: gente non affidabile perché abbiamo il nostro rappresentante che non riscuote fiducia in chi deve investire in Italia e nei suoi problemi (leggasi debito pubblico).

Questi tutori, anzi balie (meglio balio visto i difetti del nostro…)  per attempati,  si chiamano FMI e UE.

Che umiliazione vedere i grandi della terra che oggi  facevano salti mortali durante il G20 pur di non farsi vedere a colloquio o fotografati insieme al nostro rappresentante!

 Dico nostro perché non mi rappresenta come singola persona  ma perché rappresenta l’Italia e tutti noi.

Ora però devo dire a tutti coloro che hanno votato B e la sua corte: pretendo scuse da voi tutti perché mi  avete   fatto vergognare di essere italiano e fatto umiliare  facendomi rappresentare da questo signore che per voi è una specie di profeta..

Ma come fate anche voi a non vergognarvi?

Detto questo anche noi, non elettori di questi signori, ci dobbiamo vergognare perché non siamo stati in grado di presentare un alternativa credibile per risollevare le sorti dell’Italia e farci allontanare queste balie.

Siamo un  paese ricco e popolato da persone intelligenti.

Usiamo queste eccellenze e la fantasia per tirarci fuori da questo pantano fatto da un sistema B. e da una opposizione priva di idee e proposte.

Alcune idee le avanzeremo anche noi sia sul piano programmatico che organizzativo. 

Alcune sono state avanzate nel Corriere della Sera di oggi da un certo Giuliano Melani che invita gli italiani a comprarsi il debito pubblico e non farselo comprare da cinesi o altri.

Una proposta dignitosa per chi può.

Anzi dal momento che i nostri imprenditori pensano e auspicano una patrimoniale, li invitiamo a comprarsi i nostri titoli di stato per dare un segno tangibile che amano, come noi, l’Italia.

E’ un modo per dimostrare che i loro soldi non li portano all’estero ma nelle casse dello stato.

 Però ora, per favore, usciamo da questo pantano con un governo diverso e  che allontani questi impresentabili e  che sposti le tassazioni dal lavoro alle rendite e ai patrimoni e  faccia un piano di sviluppo serio per l’Italia, basato sull’ambiente e la sua valorizzazione e le nostre eccellenze.


I mercati hanno paura della pochezza di questo governo e della classe politica e ci stanno affossando. Coraggio Presidente della Repubblica….

1 novembre 2011

 

Il mondo ha paura della pazzia di questa classe dirigente italiana e non si fida di essa.

Parliamoci chiaro: chi potrebbe fidarsi di Berlusconi e del contenuto delle letterine?

L’ANSA del 29 ottobre aveva riportato una fonte internazionale secondo la quale il FMI, l’UE e le banche centrali si stanno consultano per predisporre un “piano di contingenza” in caso di un contagio di Italia e spagna nella crisi economica.

Ora il tonfo di oggi delle borse di – 7% è un indice della sfiducia nell’Italia  e della sua incapacità di ripianare i propri debiti.

Si starebbe studiando, secondo l’ANSA del 29,  un piano di emergenza, una specie di rete di sicurezza per i due paesi che potrebbe richiedere un aumento di capitale.

 Questo dopo i segnali di debolezza dati dal nostro paese la settimana scorsa in borsa in cui l’asta dei Btp ha visto salire del 6% i rendimenti.

Dopo quello che è successo oggi sui mercati non osiamo pensare cosa stanno architettando le massime autorità internazionali!

Questi dati sono  un chiaro segnale di sfiducia nel nostro paese e soprattutto nel suo governo e nella sua classe politica in genere.

Senza essere dei grandi soloni è chiaro che se manca la fiducia, manca la propensione ad investire nel nostro paese.

Siamo consapevoli che è in discussione e in crisi il sistema capitalistico ma noi siamo un problema nel problema.

Possiamo parlare della Grecia quanto vogliamo, ma come ce lo devono dire i mercati che non vogliono Berlusconi come interlocutore perché non si fidano?

Siamo dentro una crisi economica e finanziaria le cui dimensioni e la cui gravità nessuno è in grado di contornare.

 Chi di noi non ha paura del futuro del nostro paese?

Diciamoci chiaramente quello che ci scambiamo nei colloqui quotidiani tra noi cittadini impotenti.

La prima è la rabbia di fronte a questo governo e presidente del consiglio che ha a cuore solo le sue questioni e non è in grado di parlare con i mercati e con gli altri leader europei e mondiali. Ci vergogniamo di avere come rappresentante di tutti noi questo signore irriso e sbeffeggiato.

 La seconda, collegata con questa, è l’incapacità e l’inadeguatezza di questo governo di fronte a questa crisi.

L’incapacità di proporre alcune cose concrete, fattibile e eque al mercato e all’UE che possano ridurre il debito e dare risposte all’innovazione, alla disoccupazione e allo sviluppo.

Se non c’è innovazione, non si riduce il debito pubblico perché le nostre aziende non sono competitive e non riescono a stare sul mercato. Occorre fare un grande piano di sviluppo sull’ambiente e sulle energie rinnovabili.

La terza è quella di reperire risorse per la riduzione del debito e per l’innovazione a) togliendo i privilegi di questa classe politica individuata nella sua interezza sistemica cioè  dai parlamentari nazionali e regionali ma anche fatta fa associazioni di categoria e mondo sindacale, b) spostare le tassazioni dal lavoro ai patrimoni e alle rendite.

La quarta è l’inadeguatezza dell’opposizione  nel presentarsi come un’alternativa credibile a questo governo; sono e siamo stufi di questi balletti e continue risse. Occorre una nuova opposizione.

Questo richiede a tutti noi uno sforzo straordinario di partecipazione e idee nuove per cambiare complessivamente questa classe politica logora, vecchia, troppo compromessa e viziata e sostituirla con una   capace soprattutto di servire il paese con progetti, metodi e spirito nuovo.

 

Comunque oggi abbiamo una emergenza da affrontare immediatamente per dare un segnale forte ai mercati, un atto di coraggio da parte di deputati e senatori veramente responsabili (non alla Scilipoti) che lascino Berlusconi alle sue barzellette e ai suoi interessi per un governo di emergenza.

Ci dicono le agenzie di stampa  che Napolitano è preoccupato. Noi lo siamo con lui.

Ma forza Sig Presidente, usi la sua autorevolezza e anche la sua autorità per mettere insieme le forze migliore del paese e questa classe politica incapace per tamponare l’esistente  e salvarci da questo uragano che sta arrivando. Tolga il governo dalle mani di questo signore e lo affidi a una personalità in grado di parlare ai mercati, all’UE e al mondo. Avrà delle critiche, ma la storia e tutti noi Le saremo riconoscenti.

 

 

 


Ecco i commenti dei nostri amici stranieri:”Berlusconi si deve dimettere immediatamente

27 ottobre 2011

 

L’articolo del Time che fa seguito a quello del Financial Times di qualche giorno fa non è stato ispirato da Bersani.

 

I nostri partner stranieri hanno la concreta paura che l’incapacità dei nostri governanti e la crisi economica e finanziaria dell’Italia possa seriamente contagiare e distruggere l’Europa e l’intera economia occidentale.

 

Per fortuna che ci saranno quei comunisti dei cinesi che metteranno denaro fresco nelle nostre casse e compreranno il nostro debito!

 

Il Time di Londra non usa mezzi termini nel suo editoriale di prima pagina contro il presidente del consiglio italiano:” l’Europa è nauseata da questo clownesco primo ministro la cui noncuranza, irresponsabilità e codardia politica ha tanto esacerbato la crisi attuale”.

 

“L’Italia farebbe bene a disfarsi di Berlusconi”, comincia l’editoriale non firmato, dunque espressione della direzione del giornale. “Non sono semplicemente delle sue avventure sessuali, dell’ombra della corruzione e della volgarità dei suoi commenti machisti, ad aver fatto perdere la pazienza ai suoi compratioti. E’ la sua totale incapacità, dopo un totale di otto anni al potere, di riformare il corpo politico e mantenere le promesse. La sua incapacità di governare la terza maggiore economia d’Europa ha distrutto la sua credibilità politica e ora pone una minaccia esistenziale a tutti i partner dell’Italia nell’erozona”

 

Il Times ricorda i sorrisini di scherno scambiati tra la Merkel e Sarkozy al summit della UE a proposito dell’impegno di Berlusconi per rimettere in ordine il suo paese: “Quegli sguardi dicono tutto. L’Europa non ne può più di questo pagliaccesco primo ministro, la cui irresponsabilità e codardia politica hanno aggravato l’attuale crisi”. L’italia, prosegue l’articolo, è oggi di conseguenza “sull’orlo del disastro finanziario, e se l’Italia non può essere salvata, non ci sarà salvezza nemmeno per l’euro.”

 

L’editoriale afferma che, senza l’accordo dell’ultimo minuto con Bossi, Berlusconi si sarebbe dovuto dimettere, il presidente Napoletano avrebbe potuto assegnare un incarico a un governo tecnico ad interim in grado di approvare le urgenti misure necessarie all’Italia e all’Europa. Ma il compromesso tra Berlusconi e Bossi è la “soluzione peggiore”, continua il Times, perché la BCE, senza un calendario di riforme di austerità, non potrà acquistare i titoli di stato italiano nella quantità necessaria a evitare una bancarotta a causa del debito. E gli italiani perderanno tempo con una elezione anticipata senza avere prima risolto i problemi più gravi.

 

E infine…  “ il miglior servizio che il primo ministro italiano potrebbe rendere adesso al proprio paese è dimettersi immediatamente.”

 

Questo è l’articolo.

 

Ma quello che i nostri partner stranieri non riescono a capire è che il sig B non può dare le dimissioni perché prima deve sistemare con leggine ad hoc le sue questioni con la giustizia e la questione della eredità

 

Infine i nostri amici hanno visto che l’opposizione in Italia è composta da partiti costituiti da altrettanti partitini interni (leggi correnti) che sono divisi su tutto e non godono la fiducia degli Italiani?

 

Allora occorre che la maggioranza silenziosa degli italiani che non appartiene a questa casta politica inizino a mettere il cervello e la faccia per salvare la situazione e creare un futuro a questo grande popolo europeo e alle nuove generazioni.


Berlusconi: l’uomo che ha fregato un intero paese. Questa è la sintesi della prima parte dell’articolo dell’Economist che ci fa conoscere cosa pensa il mondo del grande e amato statista.

12 giugno 2011

Silvio Berlusconi ha molto per cui ridere. Nei suoi 74 anni ha creato un impero di mezzi di comunicazione che lo ha reso l’uomo più ricco d’Italia. Ha dominato la scena politica dal 1994 ed è attualmente il primo ministro italiano ancora in carica più longevo da Mussolini. E’ sopravvissuto ad un’infinità di previsioni che volevano la sua fine imminente. Tuttavia, a dispetto dei suoi successi personali è stato, ed è,  un disastro come leader di una nazione per tre motivi.

Due dei quali sono ben noti. Il primo è la lurida saga del suo “Bunga Bunga” feste a luci rosse, una delle quali lo ha portato ad uno spettacolo a dir poco non edificante, ossia quello di un Primo Ministro sotto processo a Milano con l’accusa di aver pagato una minorenne per fare sesso. Il cosiddetto processo Rubygate che non ha insudiciato solo l’immagine del Signor Berlusconi ma anche del suo paese. Comunque, per quanto vergognoso sia questo scandalo sessuale il suo impatto sull’attività politica di Berlusconi è stato piuttosto limitato tanto da non venir preso in considerazione neanche dal nostro giornale. Invece, abbiamo notevolmente discusso circa alla sua seconda mancanza: i suoi problemi finanziari. Nel corso degli anni è stato processato più di dodici volte per frode, per falso bilancio e corruzione. I suoi legali rivendicano che non è mai stato condannato, ma è assolutamente falso. In molti casi non si è arrivati ad una sentenza  solo perché sono scaduti i termini processuali e almeno due volte perché lo stesso Signor Berlusconi ha cambiato la legge. E’ proprio questo il motivo per cui il nostro giornale ha sostenuto nell’Aprile del 2001 che fosse totalmente inadatto a guidare l’Italia. Nel corso degli anni non abbiamo visto nessuna ragione per cui cambiare la nostra opinione. E’ però ormai chiaro che né il subdolo sesso né la sua poco chiara storia di imprenditore siano i motivi per cui gli italiani si guardino indietro e lo considerino un insuccesso disastroso, perfino, dannoso. Il suo difetto più grave in assoluto è il terzo: la sua totale indifferenza per la condizione economica del suo paese. Forse a causa delle distrazioni dovute ai suoi impicci legali negli ultimi nove anni  non si è minimamente occupato in qualità di Primo Ministro non solo di porre rimedio alla grave crisi finanziaria dell’Italia ma neanche di riconoscerla. Il risultato è che lascia dietro di sé una nazione in spaventose difficoltà.

Una malattia cronica, non soltanto un acuto.

Questa risoluta conclusione potrebbe sorprendere gli studiosi della crisi dell’euro. Grazie alla ferma politica fiscale del Ministro del Tesoro di Berlusconi, Giulio Tremonti, l’Italia è uscita dalla morsa dei mercati. (….) La malattia economica dell’Italia non è di tipo acuto bensì una malattia cronica che lentamente corrode qualsiasi forma di vitalità. Quando l’economia degli altri paesi Europei indietreggia, quella italiana lo fa di più e quando quella cresce quella italiana cresce di meno. Come ha dimostrato il nostro speciale pubblicato, solo lo Zimbabwe ed Haiti hanno un GDP di crescita più basso di quello italiano nel decennio fino al 2010. (…) La mancanza di crescita significa, a dispetto del signor Tremonti, che il debito pubblico è ancora del 120% del GDP, è il terzo dei paesi più ricchi. A tutto ciò si aggiunge il preoccupante dato del rapido invecchiamento della popolazione italiana.

La bassa media di disoccupazione maschera una serie di nette variazioni. Un quarto della popolazione giovane, in larga parte nel depresso sud, è senza lavoro. Il tasso di partecipazione delle donne nella forza lavoro è del 46%, il più basso nell’Europa occidentale. Un misto di bassa produttività e alte retribuzioni stanno corrodendo la competitività (…).

Il governatore uscente della Banca d’Italia, Mario Draghi, ha parlato chiaro nel suo recente, toccante, discorso d’addio (prima di prendere il comando della Banca Centrale Europea). Ha insistito sul fatto che l’economia ha un disperato bisogno di una grande riforma strutturale. Ha indicato con grande precisione una produttività stagnante e attaccato la politica del governo che “manca di incoraggiare, e spesso ostacolato, lo sviluppo dell’Italia”, come un ritardo nel sistema giudiziario civile, nelle mediocri università, una mancanza di competitività nei servizi pubblici e privati (…).

Tutti questi elementi iniziano ad avere effetto proprio sull’ acclamata qualità della vita in Italia.  Le infrastrutture stanno sempre più degradando. I servizi pubblici sono ridotti. L’ambiente è in sofferenza. Le entrate reali sono stagnanti. I giovani italiani ambiziosi stanno abbandonando il paese in branco, lasciando il potere nella mani di una élite di anziani senza contatti con loro. Pochi Europei disprezzano i loro politici viziati come fanno gli italiani.

Eppur si muove

Quando questo giornale ha denunciato all’inizio il Signor Berlusconi, molti uomini d’affari italiani hanno replicato che solo la sua furba impudenza imprenditoriale avrebbe offerto una qualsiasi possibilità di modernizzare l’economia. Nessuno sostiene questo, ora. Piuttosto portano la scusa che la colpa non è la sua; ma è il loro paese che non è riformabile.

Tuttavia, il concetto che il cambiamento è impossibile non solo è disfattista ma è anche sbagliato. A metà degli anni 90 i governanti italiani disperati per rimanere fuori dall’euro, fecero delle sostanziali riforme. Perfino Mr Berlusconi ha occasionalmente trattato delle misure liberalizzanti: indietro nel 2003 Biagi (…)

E se i successori di Berlusconi fossero tanto negligenti quanto lui? La crisi dell’euro sta obbligando la Grecia, il Portogallo e la Spagna a mettere in campo delle profonde riforme nonostante le proteste della gente. A breve termine tutto questo farà male, ma a lungo termine darà alle economie periferiche una nuova energia.  (…) Un’Italia senza riforme e stagnante, con un debito pubblico fissato oltre il 120% del GDP la porterà ad esporsi ad essere il fanalino di coda nell’euro. Il colpevole? Mr Berlusconi, che senza dubbio starà ancora ridendo.


Resta vacante il titolo di Nemico Pubblico NUMBER ONE dopo la presunta morte di Osama Bin Laden

3 Maggio 2011

L'ultimo italiano ad essersi fregiato del titolo di Nemico publico NUMBER ONE

Inaspettatamente Osama Bin Laden ha perso il titolo di nemico pubblico numero uno: stando alle fonti americane il ricco saudita sarebbe stato ucciso in Pakistan e in poche ore sepolto in mare. Naturalmente Osama Bin Laden è morto almeno altre cinque o sei volte e non si esclude che possa morire ancora sempre che le esigenze della politica interna americana lo esigano. Della vita avventurosa di Bin Laden sappiamo moltissimo: anticomunista, filoamericano, affarista, antiamericano, torricida assassino, rifugiato afgano, terrorista super ricercato e infine il titolo di Nemico pubblico Number One, conservato per ben 10 anni. Nonostante la certezza della morte sia ancora dubbia, la FMNPNU(Federazione Mondiale dei Nemici Pubblici Numero Uno) lo ha dichiarato decaduto. Ora il titolo è vacante. Si avanzano le candidature per la successione. I bookmakers americani hanno già quotato i successori: a 2 vengono dati Mahmud Ahmadinejad, Muammar Gheddafi e Bashar al-Assad, a 3 Fidel Castro (ma le sue quotazioni sono in calo, troppo vecchio), Kim Jong-il, Omar Al-Bashir e Than Shwe, a 4 Robert Mugabe. Non si escludono però colpi di scena di outiser come Lukashenko o qualche altro tirannello euroasiatico. Qualcuno parla anche di un omino piccolo piccolo, piuttosto attempato e sempre più somigliante a Mao, soprattutto per la voracità sessuale.

Nei prossimi giorni si scoprirà il nome del successore. Totò Riina, escluso dalla lista dei papabili, ha fatto sapere che ricorrerà alle vie legali per far valere i suoi titoli.


Sfida all’Ok Pakistan (vignetta)

2 Maggio 2011


Non minacciate di uscire dall’Europa, potrebbero prenderci alla lettera ed aprire la porta e richiuderla subito per evitare ripensamenti: fuori troveremmo la vecchia liretta ad attenderci e mille fiere pronte a sbranarci!

11 aprile 2011

 

Autore: Hayden120 and NuclearVacuum

Conoscevo un signore, dall’aria sostenuta, sempre vestito a puntino, con un eloquio da politico passato attraverso i marosi della vita, che minacciava sempre di presentare le dimissioni. Naturalmente se ne guardava bene dal farlo, conscio com’era della propria nullità e del suo ininfluente peso decisionale. Era un modo per millantare al bar e in altri consessi chissà quali aderenze e superiori visioni politiche e intellettuali. Un giorno, messo alle strette da una trappola in cui si era cacciato da solo, estrasse dalla tasca del mongomeri le tante ventilate dimissioni. Sudava freddo nel consegnarle nelle mani del presidente dell’Assemblea. Per un interminabile minuto, preda di sudori freddi e di un pallore inumano, sperò che qualcuno si alzasse e lo invitasse per spirito corporativo a ritirare la sudata carta. Fu un minuto di silenzio angosciante rotto alla fine dal Presidente che prendeva atto delle dimissioni e invitava l’Assemblea ad accettarle. Il poveretto era ormai preda di una crisi esistenziale che lo ridusse in pochi istanti a ex (ex-politico, ex-primadonnicciola, ex-dimissionante) quando l’Assemblea all’unanimità accolse le sue dimissioni e subito passò alla discussione di argomenti più importanti. Il pover’uomo uscì dall’Assemblea senza nemmeno una pacca sulla spalla, un ringraziamento di rito, e si allontanò nella notte con un tic alla spalla destra che faceva risaltare la sua figura comica in gesti più accentuati del solito.

Mi è tornato alla mente questo episodio sentendo parlare della minaccia di uscita dall’Europa ventilata da alcuni nostri politici. Siamo sicuri che a tedeschi e francesi si straccerebbero le vesti per la nostra eventuale uscita? Siamo sicuri che qualcuno cercherà di trattenerci? Siamo inoltre sicuri che un’eventuale ritorno alla nostra liretta non aprirebbe speculazioni internazionali capaci di annientarci in poche settimane? Il rischio di vedere accettata di buon grado l’uscita dell’Italia dall’UE è altissimo. Ne hanno coscienza i nostri sedicenti governanti?


La Germania si chiama fuori dal nucleare

23 marzo 2011

 

Author: White House photo by Paul Morse

Sul nucleare andiamo avanti con la moratoria di un anno, con tanto di retropensiero da non sottovalutare (cerchiamo di evitare che i referendum raggiungano il quorum, sarebbe imperdonabile giocarsi il legittimo impedimento sull’onda emotiva di Fukushima, cerchiamo di sabotare i referendum in tutti i modi, offriamo vacanze e weekend gratis per quel fine settimana, feste e fuochi d’artificio. Appena passata la buriana, zitti zitti ripartiamo spediti con le centrali nucleari). Quella sovversiva della Angela Merkel, ormai più a sinistra di Lenin, invece dichiara: «Più presto la Germania uscirà dal nucleare meglio sarà». Eppure la Germania, che non è uno di quei paesi che le cose non le fa seriamente, ha deciso di uscire al più presto dal nucleare civile, la «catastrofe di apocalittiche dimensioni» ha fatto capire che la Germania non può nemmeno pensare alla remota possibilità di una situazione come Fukushima. Sono matti questi tedeschi? Non erano i giapponesi d’Europa, quelli che fanno le cose con la testa e non con qualche altra parte del corpo? È un eccesso di prudenza teutonica o davvero la presa di coscienza di un pericolo oggettivo?

Com’è pensabile che il paese che impiega 60 anni per costruire un’autostrada come la Salerno-Reggio Calabria, che vede sfarinarsi edifici recentemente costruiti ad ogni scossa di terremoto, che risulta essere tra le più corrotte al mondo, possa costruire centrali nucleari a rischio zero? Siamo di fronte all’ennesima magia del Mago di Arcore? Lo stesso che il 20 marzo del 2010 ha promesso che in tre anni avrebbe sconfitto il cancro? (Visto che ha scarsa memoria, bisogna ricordagli che mancano due anni!)