È ora di finirla con le energie rinnovabili, l’Italia deve puntare al nucleare. Gli affari sono affari

28 febbraio 2011

 

Author Simone Ramella

C’è un solo settore dell’economia italiana in crescita in questo periodo di crisi nera: è il settore delle energie rinnovabili. Grazie agli incentivi, sono nati tantissimi impianti fotovoltaici ed eolici, molti tetti si sono coperti di pannelli e molti altri se ne preventivano. Per la prima volta molti cittadini hanno cominciato ad interessarsi dell’ambiente e hanno preso coscienza di quanto sia grave l’inquinamento provocato dai combustibili fossili. Le nostre città ormai soffocano, le polveri sottili impongono blocchi del traffico, le ultrasottili non vengono nemmeno contabilizzate (non per questo sono innocue, anzi sono probabilmente le più pericolose in assoluto), le malattie legate a fattori di inquinamento ambientale sono in costante crescita. Finalmente si è intrapresa una strada giusta: fonti rinnovabili a bassissimo impatto ambientale. Ma (in Italia c’è sempre un ma quando le cose sembrano andare bene) non poteva continuare. È in discussione un decreto per bloccare gli incentivi e, di conseguenza, l’intero settore delle energie rinnovabili. La colpa è di coloro che pensano che si possa creare energia ad impatto ambientale zero e che pensano che si possa trasformare il cittadino in produttore energetico aggirando le lobbies del petrolio e del nucleare. Ma che credevate che davvero si potesse democratizzare l’energia? L’energia deve essere nelle mani dei politici che stanno pianificando il nucleare di terza generazione, dal costo insostenibile e con produzioni risibili e proiettate tra qualche decennio. Dal 1992 anni abbiamo pagato il CIP6 che è finito in modo spregiudicato a finanziare tutto fuorché le fonti rinnovabili ed ora dalla stampa si sparano cifre sull’incidenza dell’energia pulita sulla bolletta, si accampano motivazioni ridicole sull’impatto ambientale. Qualcuno che sbava in televisione contro le pale eoliche e il fotovoltaico dovrebbe spiegarci come mai non sbava contro le megacentrali a carbone, ad olio combustibile, contro gli incubi nucleari. Da anni è perpetrata una vera e propria distruzione del paesaggio con un’edilizia irresponsabile, con una cementificazione che rasenta la follia, con ripetuti condoni che hanno deturpato i migliori paesaggi italiani, ed ora ci si scaglia contro le energie rinnovabili. Che importa se è l’unico settore che tira dell’economia? Che importa che 100-150.000 persone perderanno il lavoro e vedranno vanificati i propri investimenti? L’importante che si realizzino le centrali nucleari e che chi deve guadagni senza apportare benefici al paese. Un decreto simile la dice lunga su quale tipo di politica si persegue.


Basta con questi comunisti che mi denigrano. Io amico di Gheddafi? Quando mai. Chiedetelo a Putin se non vi fidate

28 febbraio 2011

 

Author Presidential Press Service

Lo hanno aspettato invano alla Corte d’assise d’appello di Milano, era legittimamente impedito dai suoi avvocati e da un’altra performance attoriale stile avanspettacolo per truppe coloniali del ventennio. Il Cavaliere (senza più stalliere) ha cominciato con un classico della commedia: “per colpa delle intercettazioni non ho più il telefonino. Questo non è un paese civile”. Non è sfiorato dal dubbio che questo non è un paese civile per il contenuto delle intercettazioni. Ma andiamo avanti. Dopo le intercettazioni è il turno del Colle: “Se una legge non piace al capo dello Stato e al suo staff, quella legge torna alla Camera e al Senato. Se invece non piace alla Corte costituzionale, la respinge”. Una battuta degna del grande Totò alle prese con l’onorevole Trombetta di fronte al dilemma di chi dovesse dormire con l’avvenente signorina nella cuccetta. Praticamente il Cavaliere non può scrivere una legge come gli pare che ecco i solerti funzionari del Colle la rimandano al mittente. Non voleva il suo ministro Brunetta efficienza? Subito dopo tocca al Parlamento dei nominati: ‘Lavorano al massimo 50 persone tutti gli altri stanno lì, fanno pettegolezzo e poi seguono ciò che dice il capogruppo”: ma davvero? E chi li ha nominati? Sono solo quelli dell’opposizione o anche i suoi fedelissimi? Eppoi una minaccia terribile: “Ne ho piene le scatole e non vedo l’ora di tornare a fare il cittadino privato. Ma se vado via anche il 51% degli italiani che mi stima penserebbe che ho disertato”. La rassicuriamo: una grande maggioranza sarebbe lieto se lei levasse gli ormeggi e ci lasciasse a rimpiangerlo e nessuno penserebbe che abbia disertato o lo accuserebbe di vigliaccheria, anzi. Infine, come non spolverare dal repertorio una battuta sui comunisti: “Abbiamo ancora i vecchi comunisti, noi diciamo bianco e loro dicono nero. Da loro arrivano solo insulti a valanga. Bersani apre la bocca e vedete cosa esce”. È vero, non si può nemmeno affermare che “Gli insegnanti inculcano idee diverse da quelle che vengono trasmesse nelle famiglie” che subito si viene accusati di aver parlato male della scuola pubblica, come se con la Controriforma Gelmini non avesse fatto niente per la scuola statale (quanti centinaia di istituti ha chiuso?). È proprio vero, questi comunisti (Fini, Casini, Bersani, Di Pietro) sono menzogneri in ogni loro dichiarazione: stanno dicendo in giro che il cavaliere era amico di Gheddafi, di Ben Ali e di Mubarak. Come se un tale personaggio possa avere qualcosa a che fare con simili dittatori! Ci sono sempre Putin e Lukashenko che possono garantire per lui.


Togliamo i soldi alla cura del cancro, dobbiamo salvare i produttori di latte che non hanno rispettato le quote.

27 febbraio 2011

 

Autore Superchilum

Reduci dalla Giornata Nazionale sullo stato vegetativo, i parlamentari della maggioranza, in segno di assoluta coerenza in “scienza e coscienza”, approvando il decreto Milleproroghe (già ribattezzato “più tasse per gli onesti contribuenti”) hanno pensato di defalcare i già magri stanziamenti per le cure per il cancro dedicandone un decimo (5 milioni) agli allevatori per consentire altri sei mesi di tempo per pagare le multe per lo sforamento delle quote latte. La questione è due volte scandalosa: uno, perché non si può permettere, in un regime di produzione pianificata dall’UE ed accettato dai ministri italiani, ad un esiguo gruppo di violare palesemente le normative senza alcuna conseguenza, anzi, finendo per spalmare le multe sui contribuenti che le rispettano anche a costo di grandi sacrifici; due, è immorale e inaccettabile che vengano tolti fondi alla cura dei malati oncologici per permettere ancora a questo gruppo di allevatori per ritardare il pagamento delle giuste sanzioni. È inoltre inaccettabile che chi si rende responsabile di tali operazioni voglia poi farsi paladino di crociate sul fine vita, sugli stati vegetativi, sulla famiglia, sull’etica, sui valori. È palese che l’unica crociata a cui realmente credono è quella di trasferire il denaro pubblico a privati che hanno violato le normative e messo in condizioni imbarazzanti il nostro paese all’interno dell’UE. Fino ad oggi, questa iperproduzione di latte, è costata all’Italia 4miliardi e mezzo di euro, pagati in gran parte dallo Stato, dai soliti onesti contribuenti: ma si sa, ormai per la Lega, Roma è ladrona, tranne quando deve sborsare denaro per difendere comportamenti indifendibili di allevatori padani. E i malati di cancro a cui mancheranno i soldi per le cure? Moriranno fieri di aver salvato gli interessi di produttori di latte irrispettosi delle regole? Chi ha ancora un briciolo di coscienza come può accettare di votare un simile decreto, in silenzio, senza nemmeno dissociarsi?


Il cavaliere fonda un ordine monastico di vergini

27 febbraio 2011

 

Un fotomontaggio comunista

Ci risiamo. Il Cavaliere è ancora sotto assedio dei mass media.

Adesso lo accusano perchè era amico di Gheddafi.

Addirittura i mezzi di comunicazione raccontano che ha accolto quel dittatore sanguinario e che spara sulla sua gente, con gli onori che si riservano a un grande leader mondiale.

Dicono che gli ha fatto mettere una tenda da beduino nel cuore di Roma e che lo ha osannato baciandogli la mano come fa un suddito al suo capo supremo.

Roba da matti quello che stanno dicendo del cavaliere.

Ma la cosa più incredibile è quello che i mezzi di comunicazione, che sono per la maggior parte di proprietà di noti avversari che odiano lui e la democrazia, stanno diffondendo sulla sua vita privata.

Dicono che abbia organizzato festini, scusate orge, con ragazze a pagamento. Dicono, addirittura, che alcune di queste erano minorenni.

Ma come si fa a dire tutto questo di un uomo che ha fatto della morale e della coerenza la sua bandiera e il suo motivo di vita?

Questi mezzi di comunicazione stanno scambiando quello che viene chiamato dallo stesso sig B “bunga bunga” con delle orge.

Infatti questo bunga bunga non è   altro che un rito iniziatico di ragazze giovani che promettono allo stesso B di rimanere vergini a vita.

Anche la chiesa si sta interessando a questo nuovo ordine monastico e sta iniziando, anche se in vita, una causa di beatificazione a B. per comportamenti morigerati e vita santa e dedicata agli altri, soprattutto se ricchi.

La stessa chiesa, modificando la sua dottrina e rileggendo con attenzione il messaggio del suo fondatore, non solo sta togliendo dal Vangelo tutte quelle frasi che fanno riferimento alla povertà e agli scandali nei confronti dei Fanciulli, ma sta pubblicando una versione aggiornata dei testi sacri nel quale si fa una distinzione tra la morale per i ricchi e quella per i meno abbienti.

Tutto naturalmente pagato dal beneffattore, sig. B., che ha fatto una grande elargizione anche per le scuole private della chiesa..

Comunque sembra che lo stesso B abbia avuto un messaggio dall’Alto, in cui il Supremo con tono serio gli ha detto: quando verrai da me ti farò vedere chi comanda veramente.


A Cavalie’ facce ride! Racconta quella dei comunisti, dei gay e della famiglia!

26 febbraio 2011

 

Imprimerie Chaix (Ateliers Chéret), Paris (publisher)

Ridendo come non mai, il Cavaliere battutista, anche oggi ha deliziato gli orecchi dei suoi fans, rispolverando un repertorio da avanspettacolo vecchio già al tempo del vero Cavaliere (il grande Tino Scotti). Ieri ha scherzato sul bunga bunga, per distrarre dalle urgenze internazionali e da amicizie non proprio invidiabili. In pochi giorni la “nipotina di Mubarak” è diventata una povera pazza – lo zio sappiamo la fine che ha fatto,  quindi è ormai argomento tabù, il maschio in gonnella a cui baciava la mano, è ormai un lontano ricordo, ormai Berlusconi è rivoluzionario e se non ricoprisse il ruolo che ricopre guiderebbe i rivoltosi a Tripoli (ha detto per caso: Sono libico anch’io?) contro il sanguinario Muammar. Era suo amico? Quando mai? Semmai era amico di Prodi. Non ha fatto gridare al suo arrivo a Roma: “Onore al leader delle rivoluzioni”? Idiozie e menzogne diffuse ad arte dalla stampa e dalla televisione comunista. Non ha baciato la sua mano? Allucinazione collettiva provocata dalle droghe comuniste e il video è tutta una montatura. Il caso Ruby? Una colossale montatura, frutto di penetrazioni arbitrarie nella privacy di un privato cittadino che svolge una funzione pubblica nel suo vissuto personale e nelle sue telefonate atte a scongiurare pericolose crisi nei rapporti internazionali. Oggi poi il battutista si è scatenato. Una dopo l’altra come in un campionato a chi la spara più grossa: l’Italia è piena di comunisti annidati nelle scuole pubbliche dove «gli insegnanti inculcano idee diverse da quelle che vengono trasmesse nelle famiglie». In effetti nella scuola si insegna ancora la solidarietà, il rispetto, l’amore per la cultura, il sacrificio per ottenere risultati, il rispetto per la Costituzione repubblicana e la legge. Poi di seguito la battuta sulla famiglia e i gay. «Noi sosteniamo la famiglia davvero non come la sinistra che vuole andarla a rapinare con una bella patrimoniale. Ma fino a quando siamo noi al governo non ci sarà mai una patrimoniale». Chi spiega il federalismo municipale alle famiglie? Quali aiuti tra quelli promessi sin dal 1994 alle famiglie italiane si sono concretizzati? Sono davvero le coppie gay che minacciano le famiglie italiane? Se non arrivano alla fine del mese è perché i gay rivendicano i propri diritti? Gay è poi sinonimo di immorale, di persona di serie B o C? Inoltre, visto che era in vena, l’ha sparata ancora più grossa annunciando che aumenterà il numero dei sottosegretari. Visto che il Parlamento è inoperoso, tanto vale salassare le tasche dello stato premiando solerti transfughi o figliol prodighi che tanto fanno per il bene del paese. E ancora leggi sulla giustizia, sulle intercettazioni, sui processi lampo, sulla prescrizione immediata, ecc. E per concludere l’ennesima versione del bunga bunga ad uso delle famiglie perbene e della Chiesa che è sempre tanto comprensiva: «Non è quello che viene descritto. Andiamo a scherzare, a ridere, a fare quattro salti, a bere qualcosa, ma sempre con grande eleganza e senso di rispetto per tutti, nell’ambito di una casa dove non possono che succedere cose moralmente a posto». Tutta colpa della stampa comunista lo squallore emerso. Concludendo, come diceva il compianto Mike Bongiorno, grappa Bocchino sigillo nero.


L’Italia sta preparando un attacco all’Abissinia?

25 febbraio 2011

Con straordinario tempismo l’Eni, a seguito della crisi libica, ha deciso l’aumento del prezzo di listino della benzina e del gasolio di ben due centesimi (per chi si ostinasse a calcolare in lire, di ben 38,73 lire). Senza voler sottostimare l’effettivo peso della Libia nel bilancio energetico italiano e dell’Eni, questo tempismo lascia quantomeno perplessi. In Italia gli aumenti scattano con automatismi assolutamente impeccabili mentre quando il mercato mostra prezzi in discesa le riduzioni del costo dei carburanti è inverosimilmente lenta. Ricordo che, quando il mercato dei prodotti petroliferi era controllato dallo stato, bastava un aumento di 5 lire (€ 0,003) per mettere in crisi un governo, mentre ora aumenti decisamente più consistenti passano sotto silenzio o, al massimo, accompagnati da un sorrisetto sornione. Inoltre sulla benzina gravano delle accise a dir poco sorprendenti (le accise sono tributi indiretti che colpiscono singole produzioni e singoli consumi): i vari governi che si sono succeduti dal 1935 ad oggi hanno visto nella benzina un bene da tassare per poter trovare denaro immediato per risolvere o finanziare emergenze. Una specie di tassa di scopo dal carattere transitorio. Ma nulla in Italia ha maggiore durata del transitorio, al punto che emeriti linguisti hanno pensato come sinonimo per transitorio “eterno”. Nel prezzo che attualmente paghiamo al distributore sono inserite le seguenti accise:

  • 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935 (0,001 euro);
  • 14 lire per la crisi di Suez del 1956 (0,007 euro);
  • 10 lire per il disastro del Vajont del 1963 (0,005 euro);
  • 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966 (0,005 euro);
  • 10 lire per il terremoto del Belice del 1968 (0,005 euro);
  • 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976 (0,051 euro);
  • 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980 (0,039 euro);
  • 205 lire per la missione in Libano del 1983 (0,106 euro);
  • 22 lire per la missione in Bosnia del 1996 (0,011 euro);
  • 0,020 euro (39 lire) per rinnovo contratto autoferrotranvieri 2004.

(fonte Wikipedia)

Sinceramente mi sembra un po’ esagerato pagare ancora circa 18.000.000 di euro all’anno per la guerra di Abissinia (che sotto sotto ne stiano preparando un’altra?) o 126.000.000 l’anno per la crisi del canale di Suez del 1956! Mi chiedo ancora con 90.000.000 l’anno per 42 anni il Belice cosa è diventato? Un paradiso terrestre? E la missione in Libano che da 27 anni incide per 1.908.000.000 euro che scopo aveva? Quello di trasformare il paese dei cedri nell’El Dorado del Medio Oriente?

Forse sarebbe il caso che politici e petrolieri rispondessero agli elettori e ai consumatori non con i comunicati stampa ma mettendoci la faccia e ricordando ciò che in via transitoria è diventato irremovibile.


Inflazione alle stelle: 150.000 euro per un Bucchino!

24 febbraio 2011

Autore Mattes

Non smette di stupire il Cavaliere senza pudore. Con assoluta disinvoltura, forte del consenso popolare, al pari degli amici nordafricani, passa da un non voler disturbare il saggio Gheddafi, impegnato a soffocare nel sangue la rivolta dei libici, ad una telefonata per rassicurare l’amico di non aver inviato razzi ai rivoltosi, ad una dichiarazione sui timori relativi all’eventuale dopo-Gheddafi, ad una sparata contro il Parlamento, reo di limitarne i poteri, alla presentazione di nuovi leggi per accorciare i processi, per stabilire quale sia il suo giudice naturale, per cercare di rimandare i processi che stanno per aprirsi, alla dichiarazione odierna durante il discorso ai cadetti della Scuola Ufficiali dei carabinieri: “Avrei voluto fare il carabiniere” e giù a tutti a ridere. Quando vede un conflitto di interessi il nostro Cavaliere ci si butta a capo fitto: imputato e carabiniere, davvero esilarante. Nello stesso tempo gira la voce che qualcuno abbia offerto 150.000 euro ad un deputato del Pd per passare tra i Responsabili (di cosa?). 150.000 euro per un Bucchino! È davvero ripartita l’inflazione: “ben mi ricordo che pria di partire v’eran tariffe inferiori alle tre mila lire” (F.De Andrè). Naturalmente nessuno crede che dietro l’offerta per Bucchino possa esserci il Cavaliere Ridens, l’uomo è al di sopra di ogni sospetto. Sognava pure di fare il carabiniere.


Mentre i politici italiani non intendevano disturbare o interferire negli affari di Gheddafia (questa è stata Libia per quarant’anni), il macellaio di Sirte bombardava i suoi sudditi, bollandoli come ratti e drogati

23 febbraio 2011

 

Author James (Jim) Gordon from Manhattan, New York City, USA

Mentre i politici italiani non intendevano disturbare o interferire negli affari di Gheddafi, mentre altri ritenevano il rais garante della stabilità nell’area che si doveva salvaguardare a tutti i costi, il macellaio di Sirte bombardava i suoi sudditi, bollandoli come “ratti e drogati”, che manifestavano contro il regime, assoldava mercenari per diffondere il terrore e soffocare nel sangue la parola “libertà” insieme a chi la pronunciava. Guai a parlare di intervento! Gli esportatori di democrazia in Iraq sbavavano che la “democrazia non si esporta” seguendo alla lettera il principio di contraddizione che ha finito per sostituire l’obsoleto principio “di non contraddizione”, altri erano preoccupati per gli eventuali sbarchi di uomini in fuga (clandestini, secondo il Nuovo dizionario della lingua transpadano-italica) e chiedevano smistamenti in altri paesi europei in nome di un europeismo sempre insultato con pensieri, parole, opere e omissioni, l’Europa ha mostrato una prontezza e un’unità nel non muoversi da commuovere e spingere al mea culpa gli euroscettici. Intanto 10.000 (diecimila!) persone venivano massacrate e 50.000 mila ferite per ordine dell’amico degno di baciamano e di pubblici elogi.

Dopo gli sbarchi temuti, ciò che più preoccupa i nostri politici è l’eventuale creazione di un governo di fondamentalisti islamici. È strano che così fini strateghi e conoscitori della geopolitica non abbiano in alcun modo percepito che le cose per il macellaio Gheddafi si stessero mettendo male. Dov’erano i nostri servizi segreti? Gli italiani in Libia non avevano avvertito nulla? Qualcuno li aveva mai sentiti? Possibile che politici così accorti non abbiano visitato altro che la tenda del beduino assassino? Possibile che così strenui esportatori della democrazia non abbiano incoraggiato ed aiutato chi voleva ribellarsi al governo tirannico e sanguinoso? Con quale credibilità ora l’Italia e l’Europa potranno indirizzare verso la democrazia il post-Gheddafi? Quale democrazia? Quella europea che coccola e sostiene i dittatori sanguinari se possono essere economicamente utili, tranne poi, una volta caduti, biasimarli, additarli al pubblico ludibrio? La credibilità per un politico e per una politica democratica dovrebbe essere il primo obiettivo, sempre, anche quando si è costretti a trattare con dittatori. Non si può essere amico dell’assassino e solidale coll’assassinato. Almeno secondo logica, se esiste ancora.


Perché si bacia la mano di un dittatore sanguinario?

22 febbraio 2011

Baciamano: bacio del dorso della mano in segno di devozione, rispetto, galanteria. Così riportano i dizionari. Il baciamano consiste nel prendere e “baciare” la mano delle dame: l’uomo prende la mano destra della donna, senza alzarla la avvicina alle proprie labbra e, nel contempo, si inchina leggermente. Quindi lascia la mano. Le labbra non devono toccare la mano, ma semplicemente sfiorarla, salvi rapporti di particolare intimità. Ciò comunque non dovrà mai avvenire in pubblico.
Quest’uso, ormai tramontato, è rimasto soltanto in una forma cerimoniosa: si bacia la mano ai cardinali, ai vescovi, agli arcivescovi, ad una Madre superiora. Però è molto amabile e reverente baciare la mano di una vecchia signora. Nel mondo islamico “il baciare la mano di un sapiente -nell’Islam – non ha alcun valore di venerazione o sottomissione religiosa, perché è presente nella Sunnah come atto che nulla ha a che fare con ciò, ma semmai con amore e rispetto, e tutt’ora quando viene praticato non vi è alcuna idea di “venerare” qualcuno; precisamente come nella Sunnah, dalla quale prendiamo anche il modo per esprimere il nostro amore e rispetto ai sapienti ed ai maestri” (Discussioni sull’Islam)

Tra le categorie elencate non figura il baciamano a dittatori, almeno che questi non sia un cardinale, un vescovo, un arcivescovo, una Madre superiora o una vecchia signora che conobbe l’entrata in società quando regnava re Sciaboletta. Com’è dunque saltato in mente al Cavaliere senza remore di baciare la mano di Muammar Gheddafi? Che l’abbia scambiato per una madre superiore o per una donna meritevole di galanteria? Non avrà per caso visto nel raìs un sapiente che merita amore e rispetto? Nessuno gli ha ricordato che il colonnello è “il nemico numero uno” degli Usa dagli anni Ottanta e che gli Usa sono alleati dell’Italia da qualche anno? Non dovrà, spero, il baciamano in questione essere letto come segno di rispetto, riverenza e sottomissione?


Perché questo silenzio sulla macelleria libica? Anche se il sanguinario Gheddafi dovesse conservare il potere, nulla cambierebbe nei rapporti col rais?

21 febbraio 2011

 

Author Marfucha

È insopportabile questo silenzio sulla macelleria libica. Quando finisce l’amicizia con un dittatore sanguinario? Quando questi è definitivamente sconfitto e annientato? E se il sanguinario Gheddafi dovesse riuscire a soffocare nel sangue la rivolta, nulla cambierebbe negli “amichevoli” rapporti? Si può, politicamente, essere amici di un individuo che bombarda il suo popolo? Il silenzio italiano è doppiamente assordante: la Libia è stata una colonia italiana. Ricordiamo la guerra del 1911? La grande proletaria s’è mossa scriveva il vecchio e stordito Giovanni Pascoli; i versi di insopportabile retorica di D’Annunzio; l’inascoltato avvertimento salveminiano sul grande scatolone di sabbia; ricordiamo la riconquista fascista della Libia? L’operato di Pietro Badoglio, colui che affermò “che i guerrieri del deserto sarebbero stati sconfitti deportando la popolazione civile. “Non mi nascondo la portata e la gravità di questo provvedimento, che vorrà dire la rovina della popolazione cosiddetta sottomessa”, scrisse Badoglio il 21 giugno 1930 al generale Graziani. “Ma ormai la via ci è stata tracciata e noi dobbiamo perseguirla fino alla fine anche se dovesse perire tutta la popolazione della Cirenaica” (da Un capitolo oscuro in nuova prospettiva:
il dominio coloniale in Libia
di Aram Mattioli). Ricordiamo le deportazioni di massa, i campi di concentramento italiani? Inoltre la Libia, se non sbaglio, fornisce all’Italia circa un 40% del petrolio che consumiamo ogni giorno. Possiamo far finta di nulla? Far finta di non capire che l’amico sta bombardando il suoi cittadini? Si potrà ancora stringere la mano ad un tale individuo, organizzargli pagliacciate sul suolo italiano, fingere che non sia successo e non stia succedendo niente? Se un dittatore sanguinario difende i nostri interessi non è deprecabile? Il popolo libico deve avere tutta la solidarietà e il sostegno di chi ama la libertà effettuale non la parodia della libertà.