Il nucleare fa bene: Mutazioni genetiche positive (vignetta)

27 aprile 2011

Mutazioni genetiche


Caro Bersani, basta con le ambiguità. Ci dica la posizione del Pd sui quesiti referendari sul nucleare e sull’acqua. Con acqua e nucleare non si scherza, c’è in ballo la vita delle persone.

26 aprile 2011

Autore: francescorusso

Caro Bersani, da più parti arrivano segnali contrastanti sulle indicazioni che il Pd starebbe dando sui quesiti referendari. È passata quasi in sordina la moratoria berlusconiana sul nucleare e da molte parti del Pd si è percepito un sospiro di sollievo. Si può essere nuclearisti quando si è al governo e antinuclearisti quando si è all’opposizione? Ancora più paradossalmente, si può essere antinuclearisti con la base e nuclearisti con i vertici della Confindustria? Serve chiarezza: il nucleare, l’abbiamo visto con Cernobyl e con Fukushima è pericoloso, molto pericoloso, e chi parla di nucleare sicuro sta mentendo sapendo di mentire. Dia un segno chiaro, prenda una posizione inequivocabile e finiamola con le pantomime parlamentari. Abbia il coraggio di guidare una vera opposizione sulle cose che contano.

Sull’acqua il silenzio e i distinguo sono davvero imbarazzanti. Privatizzare i servizi dell’acqua porta ovunque ad aumenti delle tariffe a fronte di un servizio scadente e nessun investimento. È d’accordo il Pd su questa linea?

Credo che sia venuto il momento di finirla col cerchibottismo, con le ambiguità, con le decisioni che passano sopra la testa degli italiani, sopra gli interessi degli italiani. Se questo è grave per il partito azienda al governo è inaccettabile da chi ancora si definisce di sinistra.

Parliamo chiaro se vogliamo creare un’alternativa credibile, fuori da inciuci e intese più o meno sottobanco.


25 aprile: Resistenza sempre – Massimo Bubola – Eurialo e Niso

25 aprile 2011

Per ricordare: Pasqua di Ivan Graziani

24 aprile 2011

Mi accorgo adesso che è già Pasqua

sarà che piove dentro ai raggi del sole

e forse che ho mangiato troppo

e non voglio più cioccolata.

E mentre si ride forte il resto della gente si abbuffa

e arriva il conto che quasi fu una truffa

e usciamo fuori dalla trattoria

mentre un pazzo sta parlando alle mosche

nella mia anima c’è un cane enorme

che sbadiglia e muove piano la coda

lasciatemi solo,

voi non mi chiedete non so dove andrò

ma questa Pasqua non la scorderò.

Che farò, che farò alle tre del pomeriggio

e poi, e poi è Pasqua

che farò, che farò alle tre del pomeriggio e poi…

E attraversato tutto il ponte a piedi

mentre il pazzo mi corre vicino

mi urla forte che ero anch’io un artista

che per la fame poi, ha perso la vista.

“Cinquemila lire, sussurra

ti faccio andare con mia sorella

non è un gran ché è vero

ma ho soltanto quella”

E poi mi tira forte per la giacca urlando

“Questa terra è tutta da bruciare”

Urla e si aggrappa forte ad un lampione

e poi mi chiede se ho da fumare.

Ma vattene scemo,

vai e vai ad impiccarti dove vuoi

che me ne torno per i fatti miei.

Che farò, che farò alle sei del pomeriggio

e poi e poi è ancora giorno

che farò, che farò alle sei del pomeriggio e poi…

E son tornato sotto casa tua

anche se non è più come allora

e il tempo è stato un giustiziere

per i miei e per i tuoi anni.

Ma si scoglie con il sole la neve

io non ricordo più le tue parole

tornassi indietro almeno proverei

le tue collane di girasole

quanto amore, quanto, quanto amore

una sigaretta illuminava le tue labbra

poi fra le mie tu giocavi col fumo.

Ma non mi dire no

stasera almeno tu non mi dire no

che questa Pasqua non la scorderò

che questa Pasqua non la scorderò.


Il fascismo secondo Pasolini: un gruppo di criminali al potere. Il nuovo fascismo: una specie di incubo in cui abbiamo visto l’Italia intorno a noi distruggersi e sparire

22 aprile 2011

Autore: Origafoundation

Allora io penso questo: che il fascismo, il regime fascista, non è stato altro – in conclusione – che un gruppo di criminali al potere e questo gruppo di criminali al potere non ha potuto in realtà fare niente, non è riuscito ad incidere, nemmeno a scalfire lontanamente la realtà dell’Italia. […]

Ora, invece, succede il contrario. Il regime è un regime democratico, però quella acculturazione, quella omologazione che il fascismo non è riuscito assolutamente a ottenere, il potere di oggi – cioè il potere della realtà dei consumi –, invece, riesce a ottenere perfettamente, togliendo realtà ai vari modi di essere uomini che l’Italia ha prodotto in modo storicamente molto differenziato.
E allora questa acculturazione sta distruggendo, in realtà, l’Italia. E allora io posso dire senz’altro che il vero fascismo è proprio questo potere della civiltà dei consumi che sta distruggendo l’Italia. Questa cosa è avvenuta talmente rapidamente che, in fondo, non ce ne siamo resi conto; è avvenuto tutto negli ultimi cinque, sei, sette, dieci anni; è stato una specie di incubo in cui abbiamo visto l’Italia intorno a noi distruggersi e sparire e adesso, risvegliandoci – forse – da quest’incubo, e guardandoci intorno ci accorgiamo che non c’è più niente da fare.

(dal video Pasolini, Sabaudia e la “civiltà dei consumi”)


Io so’ io, e vvoi nun zete un ca@@o

17 aprile 2011

Autore: mac_xill

Li soprani der monno vecchio

C’era una volta un Re cche ddar palazzo
manno’ ffora a li popoli st’editto:
– Io so’ io, e vvoi nun zete un cazzo,
sori vassalli bbuggiaroni, e zzitto.

Io fo ddritto lo storto e storto er dritto:
pozzo ve’nneve a ttutti a un tant’er mazzo:
Io, si vve fo impicca’, nun ve strapazzo,
che’ la vita e la robba Io ve l’affitto.

Chi abbita a sto monno senza er titolo
o dde Papa, o dde Re, o dd’Imperatore,
quello nun po’ ave’ mmai vosce in capitolo -.

Co st’editto anno’ er boja pe ccuriero,
interroganno tutti in zur tenore;
e, arisposero tutti: E’ vvero, e’ vvero.

Giuseppe Gioacchino Belli


Dalla preghiera del balilla alla Preghiera della Libertà?

12 aprile 2011

 

Autore: Lucarelli

Periodicamente gli intellettuali del Pdl (Gabriella Carlucci, in questo caso) tornano a proporre una censura sui libri di storia e sui libri scolastici in generale e questa volta lo fanno con un progetto di legge atto a istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta “sull’imparzialità dei libri di testo scolastici”.  Il Pdl ritiene che alcuni libri di storia osano “gettare fango su Berlusconi”. Onestamente ritengo che Berlusconi non abbia bisogno dell’aiuto dei libri storia in quanto riesce benissimo a gettarselo addosso da solo (baciamani, frequentazioni e amicizie discutibili, processi, leggi ad personam, ecc). Ma questo è solo un inciso. A supportare l’on. Carlucci arriva la ministra Gelmini:
“Quello dei libri di testo è un tema che ricorre spesso, io penso che, in generale, nei libri di testo non debba entrare la politica ma una visione oggettiva dei fatti e soprattutto degli eventi storici. Credo che si dovrebbero evitare letture interessate di parte e cercare di consentire ai ragazzi di esercitare la propria formazione su libri di testo che siano indipendenti e rispettosi della veridicità storica degli accadimenti”.

Non volendo la ministra ha toccato un tasto importante, quello della “veridicità degli accadimenti” e della “visione oggettiva dei fatti e degli eventi storici”. Chi è, storicamente depositario di questa visione oggettiva e di questa veridicità? Una Commissione d’inchiesta parlamentare con magari qualche nuovo arrivato da sistemare in grado di rivitalizzare il programma sansepolcrista? E cosa si dovrebbe scrivere di questi giorni? Che Sua Altezza, il sommo Cavaliere senza macchia, il Solutore di conflitti internazionali, l’Unto del Signore, il Verbo dei versi bondiani, ha salvato i rapporti con l’Egitto mettendo in sicurezza la nipote di Mubarak? Che non ha baciato la mano di Gheddafi ma che si era semplicemente chinato per raccogliere l’accordo appena firmato per la grandezza dell’Italia?

Nota ancora la ministra che “Addirittura in alcuni libri anche tutto il Risorgimento è trattato per sommi capi”. Credo che sappia benissimo come i suoi alleati verdecamiciati considerino il Risorgimento e quale rispetto portino ai simboli del Paese, tricolore in testa?

Non voglio entrare nel merito delle garanzie costituzionali sulla libertà d’insegnamento e sulla libertà degli editori di pubblicare libri di testo non allineati con le posizioni del governo. Sono cose che ogni persona che si affaccia al mondo della politica dovrebbe ben sapere.

Non vorrei che a qualcuno venisse in mente di adattare la Preghiera del balilla in Preghiera della Libertà, cambiando un po’ il testo originale: Io credo nel sommo Cavaliere, creatore della Libertà, e in Gesù Cristo, suo fratello minore. Il nostro Salvatore fu concepito da buona famiglia padana. Fu prode soldato (l’ha fatto il militare?), ebbe dei nemici. Discese a Roma, il terzo giorno ristabilì lo Stato. Salì all’alto ufficio. Siede alla destra del nostro Sovrano. Di là ha da venire a giudicare il bolscevismo. Credo nelle savie leggi. La comunione dei cittadini. La remissione delle pene. La resurrezione dell’Italia, la forza eterna, così sia.”


Non minacciate di uscire dall’Europa, potrebbero prenderci alla lettera ed aprire la porta e richiuderla subito per evitare ripensamenti: fuori troveremmo la vecchia liretta ad attenderci e mille fiere pronte a sbranarci!

11 aprile 2011

 

Autore: Hayden120 and NuclearVacuum

Conoscevo un signore, dall’aria sostenuta, sempre vestito a puntino, con un eloquio da politico passato attraverso i marosi della vita, che minacciava sempre di presentare le dimissioni. Naturalmente se ne guardava bene dal farlo, conscio com’era della propria nullità e del suo ininfluente peso decisionale. Era un modo per millantare al bar e in altri consessi chissà quali aderenze e superiori visioni politiche e intellettuali. Un giorno, messo alle strette da una trappola in cui si era cacciato da solo, estrasse dalla tasca del mongomeri le tante ventilate dimissioni. Sudava freddo nel consegnarle nelle mani del presidente dell’Assemblea. Per un interminabile minuto, preda di sudori freddi e di un pallore inumano, sperò che qualcuno si alzasse e lo invitasse per spirito corporativo a ritirare la sudata carta. Fu un minuto di silenzio angosciante rotto alla fine dal Presidente che prendeva atto delle dimissioni e invitava l’Assemblea ad accettarle. Il poveretto era ormai preda di una crisi esistenziale che lo ridusse in pochi istanti a ex (ex-politico, ex-primadonnicciola, ex-dimissionante) quando l’Assemblea all’unanimità accolse le sue dimissioni e subito passò alla discussione di argomenti più importanti. Il pover’uomo uscì dall’Assemblea senza nemmeno una pacca sulla spalla, un ringraziamento di rito, e si allontanò nella notte con un tic alla spalla destra che faceva risaltare la sua figura comica in gesti più accentuati del solito.

Mi è tornato alla mente questo episodio sentendo parlare della minaccia di uscita dall’Europa ventilata da alcuni nostri politici. Siamo sicuri che a tedeschi e francesi si straccerebbero le vesti per la nostra eventuale uscita? Siamo sicuri che qualcuno cercherà di trattenerci? Siamo inoltre sicuri che un’eventuale ritorno alla nostra liretta non aprirebbe speculazioni internazionali capaci di annientarci in poche settimane? Il rischio di vedere accettata di buon grado l’uscita dell’Italia dall’UE è altissimo. Ne hanno coscienza i nostri sedicenti governanti?


L’omino di Arcore ormai parla alle parti basse delle masse (sembra il Rocco di Zelig)

3 aprile 2011

 

Che misure sta indicando?

Mister B. ostenta sicurezza e disinvoltura in ogni occasione: racconta barzellette come neanche Pippo Franco, snocciola volgarità gratuite (ormai parla alle parti basse delle masse), millanta accordi che nessuno ha firmato, arruola deputati di ogni tendenza promettendo ministeri e sottosegretariati, redarguisce gli ex-aennini che si lasciano trascinare dall’ira, dalla foga, dalle piccole vendette romane, incassa le pacche sulle spalle di leghisti che non sanno bene come tenere a freno la base e si sforza di ridere mostrando una dotazione dentaria da miliardario. I problemi si sommano: ogni tentativo di far passare prescrizioni brevi e riforme della giustizia ad personam viene sviscerato, ogni promessa viene smentita il giorno dopo, la ricostruzione aquilana è stata portata a termine ad uso e consumo di Forum, tranne essere smentito clamorosamente dagli aquilani e dai medesimi attori. Promette il Nobel a Lampedusa, un casinò o casino, un ponte che colleghi l’isola con la Sicilia, l’iscrizione della squadra di calcio al campionato di serie A e li onora della sua presenza. Nel frattempo l’Italia insorge contro i campi per immigrati, i governatori leghisti gli lanciano addosso una serie inequivocabile di niet accompagnati da un’eloquente gestualità. Intanto rilancia la quota 330 (il duce di Predappio si limitava all’ossessione della quota 90), millanta accordi internazionali tipo barzellezza c’era una volta un francese, un tedesco, un inglese e un americano… e l’italiano? Bunga bunga paisà! E giù risate da matti. Le gazzette riportano dati sull’evasione che è arrivata al 38% con punte al Sud del 66% e per tutta risposta viene riproposta una nuova versione di un barzelletta sulle donne che vorrebbero o sono andate a letto con Berlusconi. E giù risate da matti. L’altro B (l’hop positore) sta dando la linea all’alternativa inanellando chicche da festa dell’Unità e iperboli degne di Crozza. L’altro, quello dei casinò senza accenti, corteggia Montezemolo: ci manca proprio un uomo della Fiat!


Materializzazione degli incubi: da Berlusconi a Montezemolo

1 aprile 2011

Gli incubi, anche i peggiori, si materializzano. Qualcuno, assistendo al declino di Berlusconi, immaginava per l’Italia magnifiche sorti e progressive, una rinascita nazionale, una svolta etica, economica, culturale e sociale, una specie età dell’oro di ritorno… Ma i sogni, spesso, muoiono prima dell’alba e al risveglio si materializzano incubi reali. Questa sera, a Che tempo che fa, abbiamo assistito alla “discesa in campo” di Luca Cordero di Montezemolo con un comizio pieno di luoghi comuni elencati a mo’ di cahiers de doléances, con propositi e messaggi indirizzati ai più giovani, con una critica spietata nei confronti di S.M. il Cavaliere, con etichette da marketing (l’epoca berlusconiana è stata definita cinepanettone) che sicuramente i lacchè della stampa riprenderanno, in base al principio d’autorità, per ridefinire l’epoca che va a tramontare (forse) per proporsi come il paladino del new deal italiano, del nuovo che avanza, del rivoluzionario di concetto, l’angelo che scende nell’agone politico per sacrificarsi contro il Male, forte del suo virgineo passato, delle sue imprese o intraprese imprenditoriali e multinazionali. Abbiamo l’Uomo nuovo non ancora unto del Signore ma patron della Ferrari. Una novità politica che dovrebbe far drizzare tutti i peli del corpo di chiunque abbia un briciolo di raziocinio. Abbiamo sperimentato il modello Fininvest-Mediaset ed abbiamo raggiunto in tre lustri livelli di impoverimento e degrado morale mai conosciuti in Italia prima del fascismo, dobbiamo pure provare il modello Fiat ristuccato in rosso-Ferrari, quello per intenderci che ha fatto coniare l’espressione: privatizzazione degli utili e socializzazione dei debiti? Un populista non c’è bastato? Ne cerchiamo un altro dal doppio cognome? Abbiamo bisogno di un Giano bifronte per sconfiggere un Cavaliere disarcionato? Dopo il Cavaliere dalla triste figura che sbraitava Forza Italia ne serve uno che chiude i discorsi con Viva l’Italia e non dimentica di ricordarci che è il Presidente di Telethon e di quanto si commuova di fronte alla sofferenza? Non è etico – ho sempre saputo – suscitare slanci emotivi, lo è promuovere politiche serie per evitare che qualcuno abbia bisogno dell’elemosina. E questo chiunque fa politica o si appresta a farla dovrebbe affermarlo a voce alta…

Ripropongo quando postato il 21 novembre 2010, dopo l’intervista concessa dal signore in questione a Fabio Fazio. Gli incubi avanzano… adesso parla piuttosto apertamente di discesa in campo. Allucinazione… o cos’altro?